Durante una festa di addio ,in un appartamento di New York, sembra scoppiare un terremoto. In realtà si tratta di un mostro che sta distruggendo tutta Manhattan.
Prodotto da J. J. Abrams (autore di "Lost" e "Alias") e diretto da Matt Reeves, "Cloverfield" prende come espediente narrativo il modello di "Blair Witch Project" , cercando di tramutarlo in un film catastrofico e avvicinandolo a blockbuster come "Godzilla" e "La guerra dei mondi. A raccontarla un operatore amatoriale che con la sua handycam (che poi tale non è visto che la qualità del 35mm è evidente agli occhi di tutti) racconta la fuga e l'assalto del mostro. Espediente, quindi, del ritrovamento del materiale girato, che permette al film di tentare una riflessione teorica sulla rappresentazione cinematografica, e in realtà diventa un pasticcio di sceneggiatura senza capo ne' coda.
Fallimento principale di questo film è il tentativo di realismo del soggetto, il film appare zeppo di incoerenze narrative (dalla durata della batteria, dall'impossibilità del dilettante operatore di mollare la telecamera, dai funzionamenti dei cellulari sotto la metropolitana) e dimostra ancora una volta quanto certe idee appartenenti al mondo della televisione (le origini di Abrams parlano chiaro) siano solo ed esclusivamente adatte alla tv e non al grande schermo.
Questo film assente totalmente di idee e di coerenza ne è la palese dimostrazione.
Prodotto da J. J. Abrams (autore di "Lost" e "Alias") e diretto da Matt Reeves, "Cloverfield" prende come espediente narrativo il modello di "Blair Witch Project" , cercando di tramutarlo in un film catastrofico e avvicinandolo a blockbuster come "Godzilla" e "La guerra dei mondi. A raccontarla un operatore amatoriale che con la sua handycam (che poi tale non è visto che la qualità del 35mm è evidente agli occhi di tutti) racconta la fuga e l'assalto del mostro. Espediente, quindi, del ritrovamento del materiale girato, che permette al film di tentare una riflessione teorica sulla rappresentazione cinematografica, e in realtà diventa un pasticcio di sceneggiatura senza capo ne' coda.
Fallimento principale di questo film è il tentativo di realismo del soggetto, il film appare zeppo di incoerenze narrative (dalla durata della batteria, dall'impossibilità del dilettante operatore di mollare la telecamera, dai funzionamenti dei cellulari sotto la metropolitana) e dimostra ancora una volta quanto certe idee appartenenti al mondo della televisione (le origini di Abrams parlano chiaro) siano solo ed esclusivamente adatte alla tv e non al grande schermo.
Questo film assente totalmente di idee e di coerenza ne è la palese dimostrazione.
1 commento:
L'effetto del reale è assolutamente ben descritto. Come si fa a non godere dell'emozione trasmessa da un film così credibile e pertinente?
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