Marjane è una bimba persiana di nove anni che vive l'esperienza del passaggio tra il regime dello Shah di Persia e la rivoluzione islamica nell'Iran del 1979.
Accolto dalla critica in maniera trionfale (premiato a Cannes e candidato all'Oscar) Persepolis sotto forma di cartone acquista una diversa luce. Difficile dimenticare alcuni momenti vissuti dalla protagonista: dai bombardamenti a Teheran, ai controlli intensi e soffocanti dei Pazdaran (i poliziotti di regime), fino agli splendidi e intensi ritratti familiari. Lo scorrimento del cartone mantiene una leggerezza di racconto che evita ogni possibile lungaggine e , costruita tramite sapienti flashback della sua infanzia e del suo viaggio in Europa, riesce a prendere lo spettatore intimamente, creando un profondo senso di identificazione. L'Europa stessa disegnata dalla Satrapi appare come un luogo di ribellione, di libertà, ma anche come la lontananza da un paese mai dimenticato, dalla famiglia e da certe tradizioni
Nonostante la sua intensità, il film non riesce a raggiungere pienamente la grandezza del fumetto: sia per la limitatezza temporale, sia per l'avvicendamento degli eventi, che risulta (specialmente nella prima parte) troppo svelto e incessante. Ma rimane la fedeltà assoluta nell'ironia (divertentissimi i rapporti con gli amici "alternativi" in Europa o la sua rinascita iraniana sotto la musica di "eye of the tiger) e nel delizioso tratto grafico: la toccante scena dell'incursione dei pazdaran durante la festa tra amici a Teheran ne è un ottimo esempio.
Un cartone che ha il suo valore, quindi, nei toni, mai sopra le righe e assolutamente fedeli allo spirito di un paese troppo spesso tartassato dai luoghi comuni. Persepolis è fatto soprattutto di personaggi "umani" ed è anche un modo per proporre la realtà iraniana con un occhio più attento, sarcastico, coraggioso e profondamente reale.
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