Il “Mitreo film festival” è una rassegna cinematografica che si svolge ogni anno a Santa Maria di Capua Vetere, in provincia di Caserta. Festival di cortometraggi e lungometraggi che si svolge in un luogo difficile sia per questioni sociali, sia per una localizzazione geografica non proprio vicina al mondo “ufficiale” e “istituzionale” del cinema. Nonostante la scuola campana annoveri autori interessanti, le difficoltà del luogo non permettono ancora una visibilità di eventi importanti come questo. Per questo motivo la realtà del “Mitreo” si è rivelata come una delle più interessanti per i corti italiani e un miraggio (oltre che un oasi di creatività) - che non può che far bene nel rilanciare il cinema dei giovani autori che sperano nell’illusione di una carriera nella settima arte.
I premi di questo evento prevedevano un assegnazione speciale per i lungometraggi e premi per la sceneggiatura e per il miglior corto.
La sezione "Premio speciale fotogrammi per riflettere" è andata a “Napoli, vita morte e miracoli”, documentario sulla realtà sociale e delinquenziale napoletana. Un premio al miglior corto realizzando da studenti è andato a “Quale Baia!” e a “Un talento inaspettato”.
Lucilla Mininno per “L’ora dei bottoni” ha avuto il premio per la miglior sceneggiatura.
Il premio “Concorso Nazionale Cortometraggi” è andato a Michele Bia per “Meridionali senza filtro”: road movie divertente ambientato nelle zone Lucane; il premio del pubblico a “I colpevoli” di Svevo Moltrasio: corto apparentemente “di genere” che racconta inquietanti momenti di una festa di amici e familiari finita in tragedia. “La signora” di Michele Pagano, monologo di una giovane prostituta che chiude con il suo passato burrascoso e difficile, ha vinto il Premio Speciale della giuria tecnica. Menzione speciale per l’intimista e riflessivo Adriano Valerio con “Da Lontano” e per l’interessante opera videoartistica “Adagio” di Patrizio Cigliano.
Restano dubbi su alcune scelte della giuria. Con giurati che vorrebbero e dovrebbero premiare il cinema giovane e nuovo, il premio per “Meridionali senza filtro” denuncia l’ennesima tendenza a voler dare una visibilità al cinema più “adulto” e pluripremiato. L’età di Michele Bia e i suoi premi vinti (David di Donatello su tutti), se la si confronta impietosamente con la “gioventù” delle opere in concorso, lascia molti perplessi sulla poca originalità di chi decide le vittorie. E la presunta spinta che dovrebbe incoraggiare giovani autori (i presenti stessi) per le loro opere prime non è stata indubbiamente vista.
Una tendenza che si è manifestata anche nel dibattito tra giuria e giovani autori. Conferenza che avrebbe dovuto affrontare il tema del cinema italiano odierno, partendo dalle idee e incoraggiando le nuove leve a insistere e sperimentare sempre più in direzione di opere originali e ardue; si è trasformato in un dibattito politico sulla crisi del “sistema Italia” lasciando stralci di lamentele e poca voglia di parlare di contenuti reali.
Detto questo va un plauso all’organizzazione: su tutti a Rino della Corte, direttore artistico del Festival. Da sempre impegnato a dare dignità al cinema locale e campano e all’intera struttura organizzativa fatta di gentilissimi accompagnatori , runner e addetti di una gentilezza e ospitalità umana e straordinaria.
Un festival funzionante e accogliente, stimolo ed esempio per altri eventi simili che dovrebbero avere come riferimento questa intensa e propositiva rassegna campana.
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