lunedì 26 novembre 2007

Un'altra giovinezza





Da premettere un paio di cose, su tutte che notoriamente sono uno che
cerca volutamente di informarsi poco sui particolari della trama, mentre
magari mi sento più meticoloso su aspetti che riguardano la lavorazione
, il cast tecnico e artistico..etc.
Questo per dire che come si dice in gergo, mi aspettavo un film diverso.
Queste aspettative si sono magicamente tramutate in un miscuglio di
sospresa ... ma di pesantezza. Si parte da un presupposto: riuscire a
sintetizzare in poche righe la storia di un progetto simile è un impresa
ardua. Talmente alti sono i livelli, gli spunti, le intersecazioni
narrative e soprattutto tanto è alto il livello di delirio
filosofico-letterario che dire che è la storia di un professore che
ringiovanisce mi sembra azzardare un po'.
Per essere sintetico ho trovato l'ultimo Coppola un'opera indubbiamente
mastodontica come ambizioni, anzi troppo ambiziosa. Ci coinfluiscono
parecchi temi, ci sono parecchie corde toccate e sembra che il regista
americano abbia quasi voluto setacciare interiormente anche la sua vita
di artista alla ricerca del capolavoro perfetto, cercando di sconfinare
in territori troppo ostici.
Troppo ostico per far sì che questo film possa diventare un "classico".
Si parte dal nazismo fino a toccare Hiroshima e le parabole sfiorano il
possibile disastro atomico mondiale, fino al buddhismo, alla
reincarnazione, a tutti i vari cicli filosofici delle "vite che se
incrociano". E vai con altre tematiche: l'uomo e il suo doppio,
l'inconscio...insomma sembra quasi che a forza di elencarli mi stancassi
anche io.
Figuriamoci uno spettatore medio. E dico questo perchè alla fin dei
conti a me sembra che Coppola abbia fatto un film affascinante, che non
sfiora il trash perchè la mano di Francis è felice , ispirata come ai
vecchi tempi. Perchè c'è cura nelle immagini e non povertà visiva,
perchè Roth è notevole, perchè l'ultima mezz'ora del film da un sussulto
romantico e malinconico al film che forse non ti aspetti. Ma come tutte
le opere ambiziose ( e qui ovviamente non siamo ai livelli di
"apocalypse now" o "il padrino" chiaramente) si rischia l'eccesso, si
rischia il cattivo gusto, il delirio fine a se stesso. Questo fa di
"Un'altra giovinezza" un esperienza sensoriale che ha poco della grande
opera, perchè dice cose che non arrivano completamente, un po' dandole
per scontate, un po' affidandole al delirio, un po' lasciandole in balia
di un atmosfera fantastica e quasi "fiabesca" che può risultare alla
lunga insostenibile per quanto riesce a cambiare e mutare nell'arco di
poche scene.
Chi considera questo film pessimo probabilmente non si è lasciato andare
troppo al fascino generale della pellicola o forse non ama Coppola.
Essere estasiati da questa alta opera di "fantascienza linguistica"
significa non considerare quanto un film del genere possa (e in palcuni
momenti ci riesce) sfiorare un certo eccesso di cattivo gusto.
Non so perchè ma ho pensato che se l'avesse diretto Ahrohnowski un film
simile (in virtù dell'orripilante "The fountain") sarebbe stato un film
da 2 netto. Nelle mani di un regista serio e soprattutto "vero" si
guadagna una sufficienza. Ritenerlo un filmone e lasciarsi shockare mi
sembra eccessivo...

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