martedì 12 dicembre 2006

Alain Resnais mon amour

"Cuori" di Alain Resnais mette in risalto uno dei tanti sopravvissuti ormai quasi novantenni del cinema francese. In questo caso il cinema francese della nouvelle-vague, quella che ora tiene in vita autori come Jean Luc Godard e ha visto spolverare registi come Francois Truffaut , Jacques Rivette o Claude Chabrol.
L'ultima opera di Resnais, Leone D'argento per la miglior regia al Festival Di Venezia, racconta l'esistenza incrociata di alcuni personaggi che vivono in una Parigi innevata e fredda.
Da Thierry, un agente immobiliare che tenta di accasare una coppia in crisi. A Charlotte, una religiosa che conduce un esistenza anonima e molto devota alla fede.
Se Resnais sceglie di raccontare questi personaggi con la solita struttura corale ad incroci (i personaggi hanno sempre modo di ritrovarsi o in un albergo, o in certi incontri o nelle stesse case o uffici); lo fa inizialmente con uno stile leggero che guarda alla commedia amara o seriosa. Raccontando i personaggi con uno stile sobrio che concede certe licenze (vedi le transazioni tra una scena e l'altra attraverso una nevicata che non sembra essere solo esterna, ma pervadere interiormente ogni singolo personaggio). Una scelta estetica che prevede spesso piani sequenza con lievi movimenti di macchina e al massimo qualche zoommata su particolari. Tutto con una fotografia elegante e mai banale.
Il tema centrale dell'opera è il raggiungimento della felicità amorosa. Tutti i personaggi di "Cuori" sono degli eterni soli alla ricerca del confronto e del chiarimento con il prossimo. Resnais, se prima come si era detto sceglie dei toni quasi ironici e leggeri, fa poi capire che il dramma o la sconfitta ( ed è il modo in cui i personaggi escono fuori a fine film) sono in agguato.
Il personaggio tra questi che ne esce forse più amareggiato e meglio tratteggiato è proprio Tierry, l'agente immobiliare che vive con la bella sorella Gaëlle (una bellissima Isabelle Carré), che tenta di avvicinarsi sentimentalmente alla citata Charlotte (sua collega nell'agenzia immobiliare) L'unico contatto umano che riesce ad avere con lei è una videocassetta con registrata la trasmissione preferita da Charlotte: cassetta che poi nasconde delle sorprese che forse rivelano ancor di più i limiti e l'esistenza vuota dell'anziano agente immobiliare.
Una riflessione quindi sulla solitudine dell'essere umano. Il quale può affrontare crisi di coppia, morti, situazioni familiari pesanti ma sembra uscirne sempre solo e inadeguato. Uno spaccato - forse - di una generazione ancora alla ricerca della propria identità affettiva.

Resnais cerca di mettere troppo "tocco d'autore" e a volte il suo stile rischia un fastidioso poeticismo. Dove a volte lo stile leggero e sacrosanto però rischia il superficiale.
Quello che rimane alla lunga a è una parabola umana diretta con stile, classe ed esperienza cinematografica. ma con qualche scena e parola di troppo.
Il classico film leggero (ma non troppo).